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KAZIMIR MALEVICH
Studio per affresco (Autoritratto) 1907 |
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KAZIMIR MALEVICH
Suprematismo 1915 |
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KAZIMIR MALEVICH
Testa di contadino 1928-29 |
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KAZIMIR MALEVICH
Gli Sportivi 1930-31 |
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KAZIMIR MALEVICH
Bagnanti primi anni trenta |
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KAZIMIR MALEVICH
La cavalleria rossa 1932 ca. |
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KAZIMIR MALEVICH
Testa di ragazza moderna 1932 |
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La particolare attenzione che da tempo Palazzo Forti rivolge ai grandi protagonisti dell'arte del XX
secolo si concretizza quest'anno con la mostra antologica dedicata a Kazimir Malevich (1878-1935).
Il grande artista russo rappresenta non solo uno dei pilastri fondamentali delle Avanguardie storiche, ma fin dagli
anni Venti è divenuto un vero e proprio mito per le generazioni che hanno caratterizzato l'arte del nostro tempo. La
radicalità e il misticismo che sostengono la sua ricerca e che costituiscono le basi della sensibilità
'suprematista' hanno alimentato un inesausto interesse verso l'enigmaticità della sua figura e della sua opera.
Ma la mostra di Palazzo Forti, realizzata in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, si
proietta verso una zona finora inesplorata: viene infatti affrontato 'dal vivo', attraverso l'esposizione di più di
100 opere, il noto rapporto tra l'arte di Malevich e l'intensa spiritualità, i colori brillanti, i ritmi armonici e
i luminosi sfondi dorati delle sacre icone. Per la prima volta in Italia le opere di Malevich - in tutto 60 tra
dipinti, disegni, costumi teatrali e oggetti di design - sono presentate fianco a fianco con una selezione di venti
straordinarie icone dipinte tra il XV e il XIX secolo, così da porre in rilievo le affinità del linguaggio nonché
il fascino strepitoso dei richiami cromatici.
La mostra non tralascia però un altro termine di confronto con l'opera di Malevich: la riscoperta dei temi e dei
caratteri stilistici dell'arte popolare, mediata dalla comprensione delle icone e legata al mondo contadino e ai
ricordi dell'infanzia, è infatti documentata dall'esposizione di alcuni significativi manufatti realizzati tra il
Settecento e i primi del Novecento, provenienti dai maggiori centri dell'artigianato russo.
L'influenza di queste due componenti della cultura e dell'arte russa percorre tutta l'evoluzione artistica del
grande maestro, sia nella fase iniziale in cui affronta e assimila rapidamente le più innovative esperienze
dell'arte europea e russa - dal postimpressionismo al neoprimitivismo, dal cubismo al futurismo italiano -, sia
nella fase più nota del "Suprematismo" - documentata in mostra da dipinti fondamentali tra cui Suprematismo
(1915-1916), Quadrato nero e Croce nera (1923) - dove i colori e le elementari forme geometriche sembrano desunti
dalle icone e reinterpretati alla luce di un linguaggio completamente astratto.
L'interesse sincero per le forme essenziali e i colori vivaci della tradizione popolare e per il profondo misticismo
e il simbolismo delle sacre icone russe si rivela anche nella fase ultima della sua evoluzione artistica, maturata
nella seconda metà degli anni Venti, quando Malevich si fa interprete di un ritorno alla figurazione seppure
reinterpretata alla luce dell'esperienza 'suprematista'. Ed è proprio l'attenzione per quanto prodotto negli ultimi
anni della sua vita ad aggiungere un motivo di ulteriore interesse alla mostra che in questa sezione presenta opere
di grande valore artistico come Testa di contadino (1928-32), Testa di ragazza (1932), Ritratto di Nicolaj Punin
(1933) e che solo in tempi relativamente recenti sono riaffiorate dai depositi dei Musei Russi consentendo di
ricostruire una fase ancora in parte inedita e di grande fascino del percorso artistico di Kazimir Malevich. |