LA MOSTRA
"L'Io e gli altri" è il titolo della mostra dedicata all'opera di Edvard Munch nelle sale restaurate di Palazzo Forti. L'esposizione presenta circa 100 capolavori del grande artista norvegese che ha legato il suo nome alla psiche tormentata della modernità. Si tratta di un vero e proprio percorso antologico della sua opera, tracciato attraverso le tipologie del ritratto e dell'autoritratto, che costituiscono il perno attorno a cui ruota la crisi esistenziale e l'energia espressiva di Munch.
L'incubo della ragione, che esplode in una vera e propria conflittualità con se stesso e con gli altri, scandisce l'intreccio dei sentimenti e delle vicende che caratterizzano la vita dell'artista. "Non si dipingeranno più interni con gente che legge o donne che lavorano a maglia. Si dipingeranno uomini che vivono, che soffrono, che amano": da tali premesse Munch avviava una delle più straordinarie rivoluzioni artistiche e culturali tra la fine del XIX° e l'inizio del XX° secolo. Egli infatti intendeva "cercare le segrete forze di vita, per tirarle fuori, riorganizzarle, intensificarle allo scopo di dimostrare il più chiaramente possibile gli effetti di queste forze sul meccanismo che è conosciuto come vita umana e nei suoi conflitti con altre vite umane".
Le opere esposte, tutte di straordinaria intensità, ci immergono in un'altissima tensione emotiva. Tra queste spiccano, per fama e motivazioni psicologiche, quelle relative a Tulla Larsen e quelle in cui l'artista segue passo passo l'evoluzione esistenziale della propria vicenda umana, fino all'ultimo, straordinario autoritratto davanti all'orologio che contrassegna lo scorrere inarrestabile del tempo. L'allucinazione e la nuda apparizione dei volti e delle figure compongono un mondo in cui Munch, i suoi amici, i suoi committenti sono catturati in una straordinaria vertigine dei sensi. Si può davvero dire che con Munch inizia l'era delle tensioni moderne, dei sentimenti forti, delle reazioni emotive non più trattenute dalle buone maniere del dipingere ottocentesco, ma pronte ad esplodere oltre i confini del subconscio.


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