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La mostra presenta l'attività del noto artista lecchese a partire dagli anni Sessanta fino agli ultimi lavori del 2002, attraverso un'esposizione di 70 opere, capace di esemplificare il suo intero excursus creativo.
"Emoticon" - termine nato dalla fusione di due parole inglesi, emotion e icons - rappresenta anche il simbolo iconico, creato con i caratteri della tastiera utilizzati in Internet o nei telefoni cellulari di più recente generazione, che permette di esprimere stati d'animo, concetti, azioni.
Scelto come titolo della rassegna, "emoticon" vuole sintetizzare le segrete finalità del linguaggio di Stefanoni: dietro l'apparente leggibilità delle opere - per lo più rappresentazioni di paesaggi e oggetti del quotidiano ? si cela un'operazione di compressione del senso, pronto ad evadere dalla pertinenza dei significati innestando una forte accelerazione di significati emozionali.
Perciò il freddo piano concettuale del linguaggio "globale" emigra verso i luoghi intimi e privati dell'animo. Proprio il mondo delle cose presentato nella più disarmante ovvietà, come tavola di un abbecedario visivo, approda, nell'arte di Stefanoni nelle regioni intime e private del fiabesco e del racconto allusivo.
La mostra, curata da Giorgio Cortenova, sarà accompagnata da un catalogo edito dalla Galleria d'Arte Moderna - Palazzo Forti, e conterrà oltre al saggio del curatore, un inedito scambio epistolare tra l'artista e il noto regista italiano Ermanno Olmi. |